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al testo di Francesco Rossi
Prigioniero di un sogno
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Erano compatte le notti e, la sposa nella cittadella mascherava contentezza mentre in carcere, isolato con il mio dolore, gemevo così:
troppo in alto son salito quando giunto sulla vetta una fitta stretta, stretta dal cuore alla cavezza mi dilania nello spirito perché so che non ti conquisto.
Ho patito tante pene per il tuo viso che ho sognato e, per un attimo accarezzato.
Tuo padre arrabbiato capo zona del mercato in prigione mi ha cacciato.
Dopo anni di dolore e, scontata la condanna, esco in fretta dalla prigione e, mi tiro una canna.
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